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Er conto dell'anni La Chinea
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

CHE CCRISTIANI!

     ‘Gna sentì mmessa e arispettà er governo
Chi vvô ssarvasse1 l’anima, Donizzio,2
Si nnò vviè Cristo ar giorno der giudizzio
E ce bbuggera a ttutti in zempiterno.

     Metti, cumpare mio, metti ggiudizzio,
Caso te puzzi er foco de l’inferno,
Ché, mmettemo3 la sfanghi in ne l’inverno,
Ar tornà de l’istate è un priscipizzio.

     Povero Ggesucristo! dar zu’ canto
S’è ammascherato sin da vino e ppane:
Be’, dov’è un cazzo4 che sse fa ppiù ssanto?

     Le donne sò, pper dio, tutte puttane,5
L’ommini ladri:6 e ttutto er monno intanto
De Cristo se ne fa strenghe de cane.7

25 novembre 1831 – Der medemo

  1. Salvarsi.
  2. Dionisio.
  3. Ponghiamo che, ecc.
  4. Nessuno. Dove si trova più un qualunque uomo che, ecc.
  5. Iperbole non secondo l’opinione dell’autore.
  6. Iperbole non secondo l’opinione dell’autore.
  7. Se ne fa ogni strapazzo.

Note

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