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Questo testo fa parte della raccolta IV. Tenzoni politiche fiorentine/V. Tenzone tra Monte Andrea, ser Cione Baglioni, ser Beroardo, Federigo Gualterotti, Chiaro Davanzati e messer Lambertuccio Frescobaldi
4 — Federigo Gualterotti
I partigiani di Carlo non ardiscano opporsi all’imperatore.
Chi di cercare segnore si saggia
con lo gigliato, contastèa non s’aggia
de la maestá imperierá, saggia
4com’è di graze e di valore, e s’aggia
poder forzoso, si come si sa giá:
rasgion, che ’l mena, naturai è e s’aggia;
se col contraro quel, ch’avanzi, s’ha giá
8trovato bene, ora, ferm’ho, il disaggia.
Ché di semente qual ha latt’accolta,
averá tal: ché piú non terrá colta,
11poi sozz’erranza di tal guis’aecolt’ha.
Nostro sir è, vuole pur che sia colta.
Sentenz’a rima tua non aggio colta,
14per che per cert’ho or l’aquil’accolta.
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