Questo testo è stato riletto e controllato.

XXV


Chi veder vuol come ferisca Amore,
     E come tratti l’arco, e le quadrella,
     Come incateni, e come di più bella
     Fiamma accresca alla face eterno ardore:
5Venga: e miri l’altero almo splendore
     Del mio bel Sole, e l’una, e l’altra stella,
     La lieta guancia, e i bei crin d’oro, e quella
     Fronte chiaro e gentil specchio del core.

Chi poi desìa veder qual nasca affanno
     10Da così vaghe forme e sì laggiadre,
     E come strazi Amore un cor già vinto:
Venga e miri il mio mal, vegga il mio danno,
     Come da rei martìri è il mio cor cinto:
     Amari figli d’un sì dolce padre.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.