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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Domenico Lazzarini


II1


Cigno immortal, questo Garzon2, che riede
    Meco sovente al freddo sasso intorno,
    Dal Tebro venne al mio basso soggiorno;
    Tanto delle bell’arti amore il fiede!
5Germe è di lui, che nel Tarpeo già diede

     L’onor del lauro alle tue chiome un giorno:
     E ben di senno e di costumi adorno
     Fa del suo nobil sangue intera fede.
Quando si scorse mai simil destino!
     10Qual’amò tanto, ovver qual’ebbe mai
     Signor più illustre, o più leggiadra donna?
Onde all’ultimo dì, che m’è vicino,
     Anch’io dirò, che ognora in sen portai
     Un bianco Giglio, una gentil Colonna.

  1. In lode del medesimo.
  2. Prospero Colonna, poi Cardinale.


Note

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