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Atto quarto - Scena quinta Atto quarto - Scena settima


Damone, Nicomaco

Damone
(solo) Io vengo a vedere, se questo amante è tornato dal mercato. Ma eccolo davanti all’uscio. (A Nicomaco) Io venivo appunto a te.
Nicomaco
Ed io a te, uomo da farne poco conto! Di che t’ho io pregato? Di che t’ho io richiesto? Tu m’hai servito così bene!
Damone
Che cosa è?
Nicomaco
Tu mandasti mogliata! Tu hai vòta la casa di brigata, che fu un sollazzo! In modo che, alle tua cagione, io son morto e disfatto!
Damone
Va’ t’impicca! Non mi dices’tu che mogliata chiamerebbe la mia?
Nicomaco
La l’ha chiamata, e non è voluta venire.
Damone
Anzi, che gliene offersi! Ella, non volle che la venissi; e così mi fai uccellare, e poi ti duoli di me. Che ’l diavolo ne ’l porti, te e le nozze ed ognuno!
Nicomaco
Infine, vuoi tu che la venga?
Damone
Sì, voglio, in mal’ora! ed ella, e la fante, e la gatta, e chiunque vi è! Va’, se tu hai a fare altro: io andrò in casa, e, per l’orto, la farò venire or ora.
Nicomaco
(solo) Ora, m’è costui amico! Ora, andranno le cose bene! Ohimè! ohimè! che romore è quel che è in casa?
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