< Clizia < Atto secondo
Questo testo è completo. |
Niccolò Machiavelli - Clizia (1525)
Atto secondo
Scena quarta
Scena quarta
◄ | Atto secondo - Scena terza | Atto secondo - Scena quinta | ► |
Sofronia sola
- Sofronia
- Chi conobbe Nicomaco uno anno fa, e lo pratica ora, ne debbe restare maravigliato, considerando la gran mutazione, che gli ha fatta, perché soleva essere uno uomo grave, resoluto, respettivo. Dispensava il tempo suo onorevolmente, e si levava la mattina di buon’ora, udiva la sua messa, provedeva al vitto del giorno; dipoi, s’egli aveva faccenda in piazza, in mercato, o a’ magistrati, e’ le faceva; quanto che no, o e’ si riduceva con qualche cittadino tra ragionamenti onorevoli, o e’ si ritirava in casa nello scrittoio, dove raguagliava sue scritture, riordinava suoi conti; dipoi, piacevolmente con la sua brigata desinava; e, desinato, ragionava con il figliuolo, ammunivalo, davagli a conoscere gli uomini, e con qualche essemplo antico e moderno gl’insegnava vivere; andava dipoi fuora, consumava tutto il giorno o in faccende o in diporti gravi ed onesti; venuta la sera, sempre l’Avemaria lo trovava in casa: stavasi un poco con esso noi al fuoco, se gli era di verno; dipoi, se n’entrava nello scrittoio, a rivedere le faccende sue; alle tre ore si cenava allegramente. Questo ordine della sua vita era uno essemplo a tutti gli altri di casa, e ciascuno si vergognava non lo imitare. E così andavano le cose ordinate e liete. Ma, dipoi che gli entrò questa fantasia di costei, le faccende sue si straccurano, e poderi si guastono, e trafichi rovinano; grida sempre, e non sa di che, entra ed esce di casa ogni dì mille volte, sanza sapere quello che si vada faccendo; non torna mai ad ora, che si possa cenare o desinare a tempo; se tu gli parli, o e’ non ti risponde, o e’ ti risponde non a proposito. I servi, vedendo questo, si fanno beffe di lui, il figliuolo ha posto giù la reverenzia, ognuno fa a suo modo, ed infine niuno dubita di fare quello che vede fare a lui: in modo che io dubito, se Iddio non ci remedia, che questa povera casa non rovini. Io voglio pure andare alla messa, e raccomandarmi a Dio quanto io posso. Io veggo Eustachio e Pirro che si bisticciano: be’ mariti che si apparecchiano a Clizia!
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.