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Atto secondo - Scena quarta Canzona dopo il secondo atto


Pirro, Eustachio

Pirro
Che fa’ tu in Firenze, trista cosa?
Eustachio
Io non l’ho a dire a te.
Pirro
Tu se’ così razzimato! Tu mi pari un cesso ripulito!
Eustachio
Tu hai sì poco cervello, che io mi maraviglio ch’e fanciulli non ti gettino drieto e sassi.
Pirro
Presto ci avvedremo chi arà più cervello, o tu o io.
Eustachio
Prega Iddio che ’l padrone non muoia, che tu andrai un dì accattando!
Pirro
Hai tu veduto Nicomaco?
Eustachio
Che ne vuoi tu sapere, se io l’ho veduto o no?
Pirro
E’ toccherà bene a te a saperlo, che se e’ non si rimuta, se tu non torni in villa da te, e’ vi ti farà portare a’ birri.
Eustachio
E’ ti dà una gran briga questo mio essere in Firenze!
Pirro
E’ dà più briga ad altri che a me.
Eustachio
E però ne lascia el pensiero ad altri.
Pirro
Pure le carne tirano.
Eustachio
Tu guardi, e ghigni.
Pirro
Guardo che tu saresti el bel marito.
Eustachio
Orbè, sai quello ch’io ti voglio dire? «Ed anche il duca murava!» Ma, s’ella prende te, la sarà salita in su’ muricciuoli. Quanto sarebbe meglio che Nicomaco la affogassi in quel suo pozzo! Almeno la poverina morrebbe ad uno tratto.
Pirro
Doh! villan poltrone, profumato nel litame! Part’egli avere carni da dormire allato a sì dilicata figlia?
Eustachio
Ell’arà bene carni teco! che, se la sua trista sorte te la dà, o ella in uno anno diventerà puttana, o ella si morrà di dolore: ma del primo ne sarai tu d’accordo seco, che, per uno becco pappataci, tu sarai desso!
Pirro
Lasciamo andare! Ognuno aguzzi e sua ferruzzi: vedreno a chi e’ dirà meglio. Io me ne voglio ire in casa, ch’io t’arei a rompere la testa.
Eustachio
Ed io mi tornerò in chiesa.
Pirro
Tu fai bene a non uscire di franchigia!
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