< Clizia < Atto terzo
Questo testo è completo. |
Niccolò Machiavelli - Clizia (1525)
Atto terzo
Scena quarta
Scena quarta
◄ | Atto terzo - Scena terza | Atto terzo - Scena quinta | ► |
Nicomaco, Sofronia
- Nicomaco
- (solo) Io veggo mogliama, che torna: io la voglio un poco berteggiare, per vedere se le buone parole mi giovano. O fanciulla mia, ha’ tu però a stare sì malinconosa, quando tu vedi la tua speranza? Sta’ un poco meco!
- Sofronia
- Lasciami ire!
- Nicomaco
- Fermati, dico!
- Sofronia
- Io non voglio: tu mi par’ cotto!
- Nicomaco
- Io ti verrò drieto.
- Sofronia
- Se’ tu impazzato?
- Nicomaco
- Pazzo, perch’io ti voglio troppo bene?
- Sofronia
- Io non voglio che tu me ne voglia.
- Nicomaco
- Questo non può essere!
- Sofronia
- Tu m’uccidi! Uh, fastidioso!
- Nicomaco
- Io vorrei che tu dicessi il vero.
- Sofronia
- Credotelo.
- Nicomaco
- Eh! guatami un poco, amor mio.
- Sofronia
- Io ti guato, ed odoroti anche: tu sai di buono! Bembè, tu mi riesci!
- Nicomaco
- (a parte) Ohimé, che la se ne è avveduta! Che maladetto sia quel poltrone, che me l’arrecò dinanzi!
- Sofronia
- Onde son venuti questi odori, di che sai tu, vecchio impazzato?
- Nicomaco
- E’ passò dianzi uno di qui, che ne vendeva: io gli trassinai, e mi rimase di quello odore addosso.
- Sofronia
- (a parte) Egli ha già trovato la bugia! (A Nicomaco) Non ti vergogni tu di quello che tu fai da uno anno in qua? Usi sempre con sei giovanetti, vai alla taverna, ripariti in casa femmine, e dove si giuoca, spendi sanza modo. Begli essempli, che tu dai al tuo figliuolo! Date moglie a questi valenti uomini!
- Nicomaco
- Ah! moglie mia, non mi dir tanti mali ad un tratto! Serba qualche cosa a domani! Ma non è egli ragionevole che tu faccia più tosto a mio modo, che io a tuo?
- Sofronia
- Sì, delle cose oneste.
- Nicomaco
- Non è egli onesto maritare una fanciulla?
- Sofronia
- Sì, quando ella si marita bene.
- Nicomaco
- Non starà ella bene con Pirro?
- Sofronia
- No.
- Nicomaco
- Perché?
- Sofronia
- Per quelle cagioni, ch’io t’ho dette altre volte.
- Nicomaco
- Io m’intendo di queste cose più di te. Ma, se io facessi tanto con Eustachio, ch’e’ non la volessi?
- Sofronia
- E se io facessi con Pirro tanto, che non la volessi anch’egli?
- Nicomaco
- Da ora innanzi, ciascuno di noi si pruovi, e chi di noi dispone el suo, abbi vinto.
- Sofronia
- Io son contenta. Io vo in casa a parlare a Pirro, e tu parlerai con Eustachio, che io lo veggo uscir di chiesa.
- Nicomaco
- Sia fatto.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.