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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Pompeo Figari


VII


Come tenera madre, a cui dolente
     Infermo fanciullin chiede quell’esca,
     Cui s’egli ottien, si può temer che cresca
     A gran passi maggiore il mal presente;
5Pur tra’ pianti di lui cieca sua mente
     Non prevede qual danno indi gli accresca,
     E con quel cibo al fin, che sì l’adesca,
     Mentre il consola, al suo morir consente:
Così a l’egro mio cuore, il cui pensiero
     10Vaga Ninfa in bramar pose sua sorte,
     Io pur toglier vorrei cibo sì fiero,

Ma nel folle desìo questo è sì forte,
     Che, poichè in van più contraddirgli io spero,
     Ahi che a la sua consento e a la mia morte!

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