Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.
Qual peregrin, che fuor di sua contrada Il pregio altier, che l'immortal Farnese
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti di Gabriello Chiabrera

XVIII

RISPOSTA DEL SIGNOR

GABBRIELLO CHIABRERA.

Con due bei gioghi nella terra argiva
     Fende un monte gentil l’aure serene,
     Ed indi verso il pian l’almo Ippocrene
     4Scende rigando l’odorata riva.
Al mormorio della bell’acqua viva
     Pur con cetera d’ôr Febo sen viene,
     Ivi degna del suon l’alme terrene,
     8E d’altra piaggia la sua voce è schiva.
Caro mio Giustinian, la greca scola
     Altrui corona, e con invitte piume
     11Cigno di Grecia oltre l’obblío sen vola.
Corri alle ripe di quel chiaro fiume,
     E la tua nobil sete ivi consola;
     14Sì viverai sovra l’uman costume.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.