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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo LXXXIX
Capitolo LXXXVII Capitolo XC

CAPITOLO LXXXIX.

l’aurora.

Dato alla Mecca. — 30 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1. Per l’aurora e le dieci notti (1),

2. Per ciò cho è doppio, e ciò che è semplice,

3. Per la notte quando si avvicina,

4. Non è questo un giuramento fatto con intendimento?

5. Non vedete voi a che cosa Dio ha ridotto il popolo d’Ad,

6. Che abitava l’Irem delle grandi colonne (2);

7. Popolo di cui non vi fu simile sulla terra?

8. A che ha ridotto i Themudei che tagliavano le loro caso dal sasso nella valle (3),

9. E Faraone, inventore del supplizio dei piuoli?

10. Tutti opprimevano la terra,

11. E vi propagavano il male.

12. Dio condannò tutti allo staffile dei gastighi,

13. Poichè Dio si tiene imboscato ed osserva.

14. Quando per provar l’uomo Dio lo colma di beneficj,

15. L’uomo dice: Il Signore mi ha onorato.

16. Ma se Dio, per provarlo, gli limita i suoi doni,

17. L’uomo grida: Il Signore mi ha fatto un affronto.

18. Oibò; ma voi non rispettate l’orfano,

19. Voi non vi eccitate scambievolmente a nudrire il povero.

20. Voi divorate l’eredità del povero con un’avidità insaziabile,

21. Ed amate le ricchezze sopra ogni cosa.

22. Quando la terra sarà ridotta in minuto particelle;

23. Quando il tuo Signore verrà, e gli angeli formeranno le fila;

24. Quando si sarà vicini all’inferno; oh! allora l’uomo rifletterà; ma a che gli gioverà allora di riflettere?

25. Griderà: Volesse Dio che avessi fatto il bene durante la mia vita! In quel giorno niuno potrebbe punire (come Dio).

26. Niuno potrebbe caricare di catene (come Dio).

27. O anima (d’ora in poi) rassicurata,

28. Ritorna presso Dio, sodisfatta della (ricompensa) e gradita a Dio;

29. Entra nel numero de’ miei servi;

30. Entra nel mio paradiso.

  1. Si tratta di dieci notti consagrate del mese dhulhiddja.
  2. Uno dei re Aditi in Arabia, chiamato Cheddad, avendo inteso parlare del paradiso e delle sue delizie, immaginò di fabbricare dei palazzi ne’ suoi Stati, e di fare dei giardini che colla loro magnificenza e la loro bellezza dassero una idea del paradiso. Gli scrittori orientali, e soprattutto i poeti, paragonano spesso dei siti deliziosi, e de’ bei palagi ai giardini d’Irem. Questi giardini ed edifizj furono distrutti, dicesi, da un grido partito dal cielo in punizione dei popoli di quei paesi.
  3. È la valle chiamata Wadi’lkora, situata ad una giornata di distanza d’Elhudjr.


Note

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