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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo XC
Capitolo LXXXIX Capitolo XCI

CAPITOLO XC.

il territorio.

Dato alla Mecca. — 20 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1. Io non giurerò per questo territorio,

2. Il territorio che sei venuto ad abitare;

3. Nè per il padre, nè per il figlio.

4. Abbiamo creato l’uomo nella miseria.

5. S’immagina forse che niuno è più forte di lui? (1)

6. Ei grida: Ho speso somme enormi.

7. Pensa l’orso che niuno lo veda?

8. Non gli abbiam noi dato due occhi,

9. Una lingua e due labbra?

10. Non l’abbiam noi condotto sulle due grandi strade (del bene e del male)?

11. E pure non ha ancora discesa la calata.

12. Che cos’è la calata?

13. È di ricomperare gli schiavi,

14. Di nudrire, in tempo di carestia,

15. L’orfano con cui siamo legati per sangue,

16. O il povero che dorme per terra.

17. Colui che agisce così, e che inoltre crede, o raccomanda la pazienza agli altri, cho consiglia l’umanità,

18. Sarà fra quei che occuperanno la dritta nel giorno del giudizio.

19. Quei ch’avranno accusato i nostri sogni di bugie occuperaimo la sinistra;

20. Saranno circondati d’una volta di fiamme.


  1. Gli uni credono che in questo passo si fa allusione a Walid-ben-Moghaiza, uno pei più terribili avversarj di Maometto; altri che questo passo concerne un certo Abul Achadd ebn el Kaida, dotato d’una forza erculea.


Note

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