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III


Coronata di gigli e di viole
     Tra molli rose in fredda urna giacea
     In guisa estinta, che dormir parea,
     La madre e figlia dell’eterna Prole.
5Quand’ecco scesa dall’eterna mole
     Turba d’alati Amor, sorgi (dicea)
     Sorgi, e ritorna al Ciel già donna, or Dea
     Vaga lucida eletta al par del Sole.
L’alma Reina di repente a quelle
     10Voci destossi, e dolcemente intorno
     Girò le luci sfavillanti e belle.
Indi su cocchio di zaffiri adorno,
     Cinta di lampi, ascese oltra le stelle
     A far più chiaro sempiterno giorno.

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