Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Orazio Petrochi
XII1
Così girassi men veloce, e presta,
Cieca Fortuna, il tuo volubil legno;
Deposte l’arti ed il fallace ingegno,
Meno avversa a noi fossi, e men molesta:
5Che or non vedresti in quella parte, e in questa
Giacere al suolo di vendetta in segno
Il Tempio tuo, che pien d’ira, e di sdegno
Tra l’erbe ognun co’ piedi urta, e calpesta.
Tu di giusta in sembiante a i voti arridi
10Dell’Uomo, e poi di lui giuoco ti prendi,
E sul grave suo danno esulti, e ridi.
Vè, come il Tempo il tuo costume ammendi,
E come sprezzi tuoi lamenti, e gridi:
Or vanne iniqua, e a serbar fede apprendi.
- ↑ Sulle ruine del Tempio della Fortuna.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.