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XLII.


Dalla più pura, e più leggiadra stella,
     Ch’empie tutti di luce i Regni sui,
     Ne scelse Iddio la più bell’alma, e quella
     Mandò quaggiuso ad abitar tra nui.
5Ma poi crebbe sì vaga e tanto bella,
     Ch’ei disse: ah non è più degna di Vui;
     E la tolse a’ Profani, e in sacra cella
     Per sè la chiuse, e cosa era di lui.
Vago il mirarla or che fra velo e velo
     10Tramanda un lume da’ begli occhi fuore,
     Come di Sol tra nube e nube in Cielo!
Fora cieco ogni sguardo, arso ogni core
     Al raggio allampo alle faville al telo,
     Se in parte non coprìa tanto splendore.

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