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GIUNONE Reina dei regni, figliuola di Saturno e d’Opi, fu famosa per tutto il mondo innanzi a tutte l’altre femmine famose per lo nome dei Gentili, per la scritture dei poeti, e per Terrore degli antichi intanto che i sordi denti del tempo non possono aver roso così infame opera, benchè eglino rodano tutte la cose, sì che lo suo nome non sia pervenuto famosissimo insiuo alla nostra età. E certamente di questa possiamo piuttosto[1] recitare la nobile fortuna, che contare alcuna nobile sua opera. Ella nacque d’un parto con quello Giove di Creta, il quale, gli antichi poeti ingannati, finsero Dio del Cielo: ed in sua puerizia fu mandata a Samo; in quel luogo fu nutricata con dilegenza fino a che fa da marito e finalmente fu data per moglie a Giove suo fratello: la qual cosa ha affermato per molti secoli una statua di quella a Samo, posta nel tempio. E pensando quelli che molto spetti[2] a sua gloria, ed alla gloria dei suoi discendenti, che Giunone, la quale pensano, essere reina del Cielo e Dea, sia stata sposata appresso di quelli; acciocchè la memoria di questo non perisse levemente, edificarono un tempio grande maraviglioso innanzi agli altri, e consegraronlo alla sua Dea: e ferono intagliare la sua immagine d’un candido marmo in abito d’una fanciulla che fusse sposata, e feronla mettere innanzi al suo tempio. Questa, finalmente maritata a quel gran Re, crescendo continuo la sua signoria, e la fama per lungo e per traverso portando lo suo nome, acquistò molta chiarezza[3]. E poi per le finzioni dei poeti, e per la furiosa libertà degli antichi fu fatta reina del Cielo; e ancora fu commessa in lei la ragione dei matrimoni, e gli aiutorj di quelle che partoriscono[4], e molte più altre cose, piuttosto da farsene beffe che da ricordarle. E così per conforto del nimico dell’umana generazione le ferono edificare molti tempj per ogni parte, e molti altari; e furonvi deputati giuochi, sacerdoti e sacrificj, secondo, antica usanza. E tacendo degli altri, dappoi Samo fu onorata lungo tempo con famosa reverenzia da quelli d’Argo, popoli d’Acaja, e dai Cartaginesi: e finalmente portata a Roma fu allogata in Campidoglio nella cella dell’ottimo e sommo Giove, non altrimenti congiunta al suo marito, e sotto il vocabolo di Giunone reina fa onorata da’ Romani signori del mondo lungamente con molte ceremonie, eziandio poi che nacque in terra Iddio e uomo.
Note
- ↑ Cod. Cass. riputare. Test. Lat. recitare.
- ↑ Cod. Cass. Che molti sperti. Test. Lat. Non modicum sibi... afferre gloriae.
- ↑ Cod. Cass. acquistato molte chiarezze.
- ↑ Cod. Cass. fu chommesso in lei la ragione che imatrimoni agli aiotori di quelle che partorischono. Test. Lat. nec non et illi conjugalia jura atque parientium auxilia commisere.