Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Mentre le vie più tenere del prato | Vedi, Nice, quel monte? Egli è Vesevo | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Federico Meninni
II
GLI ALBERI E LA SUA DONNA
Degli orti, ch’erudí destra ingegnosa,
qualor ten vieni a passeggiar la via,
umilïata ogni albore frondosa
offrir suoi parti a la tua man desia.
S’apre il re de le frutta, e la natia
ricchezza de’ rubin ti scopre ascosa;
a te la vite i suoi piropi invia,
lussureggiante in su la rupe ombrosa.
Parla a te sospirando il pero, il moro,
mentre par che sue frondi in lingue cange:
— Io pero, o Nice; innamorato io moro. —
Il pesco, acceso, il proprio sen si frange;
per te serba l’arancio i pomi d’oro,
per dolcezza d’amore il fico piange.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.