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Questo testo fa parte della raccolta Poesie greche


Dei possenti Alcmeonidi,
     Che riportâr delle quadrighe il vanto
     Narriam, ma Atene esimia
     4Il fondamento gitti al nostro canto.
Qual diva casa o patria
     Da me chiamare si potria più chiara
     Di questa in tutta l’Ellade?
     8Ogni cittade dalla fama impara
Quali essi sieno, o Apolline,
     I cittadini figli d’Eretteo.
     A te questa prosapia
     12Già l’ammirando Pitio tempio fèo.

Me al canto ora costringono
    Cinque istmiche vittorie e un’altra ancora,
    Che cara a Giove Olimpia
    16Vide: e una doppia palma si mietea
Da te in Cirra e dagli avoli,
    Megacle; ed ora per vittoria nova
    Sento esultanza: spiacemi
    20Solo che invidia guerra al merto mova.
Dicono che se florida
    Felicitade all’uomo s’avvicina,
    Ella dipoi fuggevole
    24Tragge le cose nella sua rapina.

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