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Un tempo, il dí cui restringean poch'ore Rassembra a l'egro mio stanco pensiero
Questo testo fa parte della raccolta Tommaso Gaudiosi

XI

L’INFELICITÁ UMANA

     Dieci lustri di vita o poco meno
porto sul dorso; e se ricerco quante
son l’ore liete, a numerar l’istante
posso a pena formarne un dí sereno.
     Parte fra l’ombre del materno seno
vissi ignoto cadavero spirante;
parte poco miglior che belva infante
soffrii di balia e pedagogo il freno.
     Ne l’avanzo infelice (ahi, sallo il core!)
parte ne tolse necessaria sorte,
parte ne diedi a volontario amore.
     Se la vita che resta è tanto forte,
viver che valmi, ove ogni dí si more?
È men pena il morir ch’attender morte!

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