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Questo testo fa parte della raccolta Poesie inedite (Pellico)


DIO E MARIA.





Astitit Regina a dextris tuis.

(Ps. 44).



Umile sì, ma ardimentoso il core
     Sorga dal fango e si sollevi a Dio:
     Cinto d’argilla, ma di te, Signore,
                                        4Figlio son io!

Bella è la terra, e i favillanti strali
     Del nobil astro che il suo sen feconda,
     E il dì e la notte, e i fiori e gli animali,
                                        8E l’aere e l’onda.

Bello è l’imper dell’uom su gli elementi:
     Ei gioia cerca, e gioia sogna o trova;
     Ma sete sempre han suoi desiri ardenti
                                        12Di gioia nuova.


A me non bastan tue bellezze, o terra;
     Le indagai tutte, le ammirai, le ammiro;
     Ombre son vaghe, e morte a lor fa guerra:
                                        16Io il ver sospiro.

Ed in te solo è il vero, o impermutato
     Bello ineffabil che allumasti il sole,
     Ed a’ tuoi figli nella polve hai dato
                                        20Vita e parole.

Chi sei? nol so. Chi son? nol so. Ma pure
     Traluci a me, benchè ti copra un velo;
     In mille voci annuncian tue fatture
                                        24Il Re del Cielo.

Ma delle tue fatture la più bella,
     Quella che più di grazia è portatrice,
     Quella che più ti rappresenta, quella
                                        28Che al cor più dice,

Ell’è Maria, la Vergine, la Figlia
     Dell’Uomo, in Ciel fatta a’ fratei reina!
     La femminil pietà che s’assomiglia
                                        32Alla divina!


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