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O gelida, nel tuo triste abbandono,
ricordi il vasto fiammeggiar dei ceri,
il buon profumo de l'incensieri
saliente ad un glorioso trono.

O gelida, ricordi un lento suono
dai fremiti lunghissimi e leggeri
o gravemente rombanti e severi,
ora trillo di rondini, ora tuono.

O gelida, la tua campana è muta,
la tua croce si curva, come un fiore
troppo amato si piega sullo stelo,

e niuno a risorgere l'aiuta,
e tu disperi perchè a tanto orrore,
freddo, immobile amante, irride il cielo.

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