Questo testo è incompleto.
Galatea (Prati) Popoli e re
Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'

CXII

DOLOR DELLA MENTE

È un dolor della mente, or che i recessi
del cor son chiusi al contumace iddio,
sebben gli spettri che nell’urna ho messi
oda pianger talvolta, e pianga anch’io;
poscia che ai sogni fuor da me reflessi
tendo le braccia con minor desio,
dir mi convien che, pur mutando amplessi,
è un dolor della mente il dolor mio.
È un dolor della mente a veder tutto
disfarsi al mondo, e non durar che breve
anco la diva luce e il roseo flutto.
Forse il pensiero è fior, che un vento lieve
riporta ai numi: se cader distrutto,
dopo visto l’Olimpo, anch’ei non deve.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.