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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831
E SSETTIMO MADRIMONIO
Saria bbuscìa de dì che cquasi tutto
Quello che ss’è inventato er padreterno
Nun zii1 cór zu’ perchè. L’istate è assciutto
Perchè vvòrze creà zzuppo l’inverno.
Perchè ha ccreato er porco? p’er presciutto.
Perchè la carn’umana? p’er governo.
Perchè li turchi? pe’ ccavà un costrutto
Dell’antro Monno e nun spregà l’inferno.
Ma cquanno fesce er zanto madrimonio,
Pe’ nnun fajje2 sto torto che ddormissi3
Bisogna dì cche lo tentò er demonio.
Certo chi ppijja mojje è un gran cazzaccio:
E ha rraggione er francese che ssentissi4
Ch’er madrimonio lo chiamò marraccio.5
9 dicembre 1831 – D’er medemo
- ↑ Sia.
- ↑ Fargli.
- ↑ Dormisse.
- ↑ Sentisti per “udisti„.
- ↑ Mariage. Il marraccio è “un gran coltello da colpire di taglio: specie di piccola mannaia„.
Note
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