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Questo testo fa parte della raccolta Pietro Casaburi
III
TRAMONTANDO IL SOLE
Ed ecco, o Filli, avventurosa aurora
portò quel giorno onde il mio duolo ha pace;
ecco in sen pur ti stringo, ecco si sface
l’anima per dolcezza e si ristora.
Ma Febo, ahi lasso, inver’la spiaggia mora
giá va del giorno a sepellir la face,
e giá convien che tu, da me fugace,
tristo qui m’abbandoni e ch’io mi mora.
Giove, perché costei dalle mie braccia
non parta mai, del sole inchioda il volo,
e su l’eteree vie lung’or sen giaccia;
se, nel concetto giá d’Alcide, il polo
fe’ di duo giorni una sol notte, or faccia
di due notti congiunte un giorno solo.
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