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Dante Alighieri - Egloghe ed altri versi latini (1319)
Traduzione dal latino di Filippo Scolari (1845)
Altri versi latini - IV. Di Giovanni del Virgilio
Altri versi latini - III


 
Il Teologo DANTE, il non ignaro
Di domma alcuno, cui Filosofia
L’almo petto dischiuda, e le sia caro;

Ei gloria delle Muse, e che ognor fia
5Autor vulgare al popolo gradito,
Qui giace, e in ciel del nome empie ogni via.

Distribuì agli estinti il proprio sito
Egli, ed il regno delle doppie spade,
Di retore e di loico usando il rito.

10Presso al morir suonar feo le contrade
Pierie al suon di pastorali avene;
Ma il coglie Atropo, ahi cruda!, e l’opra cade.

Fiorenza ingrata un frutto amaro bene
Diègli a gustar, da quando al suo poeta
15Dell’esilio patir fece le pene.

La pietosa Ravenna invece è lieta,
In sen del Duca suo Guido Novello,
D’avergli dato almen stanza quïeta.

Tredici volte cento, e unito a quello
20D’anni vent’uno il novero volgea,
Quando Settembre, agl’idi, apria l’avello,

Che agli astri suoi redir l’alma ne fea.

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