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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Orazio Petrochi
VIII1
Eppur la cruda ingiuriosa Etate
Al Lazio tutto acerbamente infesta,
Di Tullio al nome ossequiosa arresta
L’invido morso, e le sue forze usate.
5Vedi fra cento altere opre lodate,
Che qui già furo, come innalza questa
Sua mole in aria la superba testa,
E sprezza i venti, e le procelle irate.
E il tempo stesso, che pietoso siede
10Sull’alta cima, e contra sè le giura
Dopo mill’anni, e mille eterna fede;
All’empio Antonio la crudele, e dura
Morte rampogna, e al Ciel vendetta chiede
Per l’estrema di Roma aspra sventura.
- ↑ Torre detta di Cicerone, che ancor si vede.
Note
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