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Lo sposalizzio de la Madonna Er bijjetto d'invito
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

ER DOTTORE SOMARO

      Córpa1 sua. E pperchè llui nun ze2 spiega?
Pe’ cche rraggione l’antra sittimana
Rispose ar mi’ discorzo in lingu’indiana
Quanno me venne a vvisità in bottega?

     Dico: “Diteme un po’, ssor dottor Bréga,
Pò ffà mmale er cenà, cco la terzana?.„
Disce: “Abbasta sii robba tutta sana,
Tu ppòi puro3 scenà; cchi tte lo nega?.„

     Me maggnai dunque sano4 un paggnottone
Casareccio, un zalame, ’na gallina,
’na casciotta, un cocommero e un melone.

     Lui, cazzo, aveva da parlà itajjano,
E rrisponneme5 a mmé cquela matina:
Maggna robba inzalubbra,6e vvàcce7 piano.

15 aprile 1834

  1. Colpa.
  2. Si.
  3. Pure.
  4. La parola sano non può mai essere intesa dai Romaneschi che nel significato di “intiero.„
  5. Rispondermi.
  6. Salubre.
  7. Vàcci.

Note

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