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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
ER BELLÌCOLO1
Mi’ nonna è una mammana, e mm’aricconta
c’ar monno tutte-cuante le crature
ch’escheno for de le madre-nature
un po’ mmeno o un po’ ppiù ddoppo la monta,
ciànno2 un budello indove sta l’impronta
der bellìcolo nostro; e ddisce pure
che, ssenza scerte tale legature,
p’er feudo3 che scappò lla morte è ppronta.
Cosa volemo dì dd’Adamo e dd’Eva
che nnun è usscito4 da ggnisuna fica?
Sto bbudello l’aveva o nnu l’aveva?
Che tte ne pare? Sce sarìa pericolo
c’a ddipiggne sta coppia tant’antica
s’avessi5 da piantà ssenza bbellìcolo?
Roma, 13 maggio 1833
- ↑ L’umbilico, il bellico.
- ↑ Ci hanno.
- ↑ Feto.
- ↑ Adamo ed Eva per lo più conservano in comune il numero singolare nel linguaggio del popolo, quasi formassero entrambi una cosa sola.
- ↑ Si avesse.
Note
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