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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833
ER DILUVIO UNIVERZALE
Iddio disse a Nnovè: “Ssenti, Patriarca:
Tu cco li fijji tui pijja l’accetta,
E ssur diseggno mio frabbica un’arca
Tant’arta, tanto longa, e ttanto stretta.
Poi fa’ un tettino, e ccròpisce1 la bbarca
Com’e cquella der Porto de Ripetta;2
E ccom’hai incatramato la bbarchetta,
Curri p’er Monno, acchiappa bbestie, e imbarca.
Vierà allora un diluvio univerzale,
C’appett’a llui la cascata de Tivoli
Parerà una pissciata d’urinale.
Cuanno poi vederai l’arco-bbaleno,
Cuell’è er tempo, Novè, cche tte la sscivoli,3
Scopi la fanga, e ssemini er terreno.„
Roma, 25 febbraio 1833
- ↑ Còprici.
- ↑ Il minor porto del Tevere a Roma. Ivi si passa da una all’altra riva sopra una barca fissa.
- ↑ Scivolarsela: uscir fuori destramente.
Note
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