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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti senza data I
ER FRUTTAROLO.
Che vve tastate? l’animaccia vostra?
Questo cqua nun è er modo e la maggnèra1
D’ammaccàmme2 accusì ttutte le pera.
4Io la robba la do ccome sta in mostra.
Sin che gguardate er peso a la stadera
E nun credete a la cusscenza nostra,
Nun ciarifiàto;3 ma in che ddà4 sta ggiostra
8Che cce vienite a ffà mmatina e ssera?
Eppoi tante capàte5 pe’ un bajocco!
Caro quer fijjo! dateje la zzinna.6
11Tenete, sciscio7 mio, succhiate er cocco.
Le pera aùffa?8 povero cojjone!
Spassatelo, cantateje la ninna:
14Ninna li sonni e ppassa via bbarbone.9
- ↑ Maniera.
- ↑ Di ammaccarmi.
- ↑ Non ci rifiato: non replico, non m’oppongo.
- ↑ [Ma che vuol dire.]
- ↑ Scelte. Da capare, scegliere.
- ↑ [La poppa.]
- ↑ Cicio, nome accarezzativo che si dà a’ bambini.
- ↑ A ufo, gratis.
- ↑ Verso che si canta dalle madri e dalle balie romane a’ putti per addormentarli.
Note
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