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ER FUMÀFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte
Ma cche tte fumi, di’, sia mmaledetto:
Hai la faccia color de Monte-Mario,1
Tienghi, peccristo, scerte2 coste in petto
Da mettele pe’ mmostra in zur Carvario:
Pesi quattr’oncia meno d’un canario,
E nun hai carne d’abbastà a un guazzetto;
E ttutto er zanto ggiorno cór zicario,3
Da cuanno t’arzi inzino ch’entri a lletto!
Senza contà che a tté, co’ sto porcile
Te puzzeno, per dio, sino li peli:
Vòi fini li tu’ ggiorni in marzottile?4
Mazzato!, eh llassa er fume de la pippa
A sti frati futtuti d’Arescèli,5
Che ttiengheno un mascello in de la trippa.6
Terni, 7 novembre 1832
- Note
- ↑ Il già Clivus Cinnae, detto oggi Monte-Mario, da un Mario Millini che vi possedeva una villa. Esso è composto di giallastri relitti marini.
- ↑ Certe.
- ↑ Sicario per “sigaro„ o “zigaro„.
- ↑ Mal sottile.
- ↑ Gli zoccolanti di S. Maria in Aracoeli, nell’antico luogo di Giove Capitolino sul Campidoglio.
- ↑ Vedi Annotazione al verso 14.
Annotazione al verso 14.[modifica]
[Su questo stesso argomento e con la stessa intonazione; il Belli ha anche un sonetto italiano, scritto, come si rilevi dall’autografo, il 9 dic. 1888, e poi inserito in quella sua raccolta di Versi, stampata a Roma dalla Tipografia Salviucci nel 39. Eccolo qui, per gli opportuni raffronti, che posson farsi cominciando dal titolo, così vivo in romanesco e così classicamente morto in italiano.
IL FUMMATORE.
Ma, per amor del ciel, dimmi, o figliuolo,
In qual nuova anfania sei tu venuto
Che un sigaro t’imbecchi ogni minuto
Sino a parerne un tizzo o un fummaiuolo!
Tu?! così mingherlino e tristanzuolo,
Sparutel, segaligno e lanternuto,
Che se ti soffia addosso uno starnuto,
Te ne voli in Sicilia o nel Tirolo!
Deh al tuo petto sottil non crescer danno,
Nè ridurti la bocca un letamaio
Sol per far quello che cert’altri fanno.
E la morte che paghi al tabaccaio,
Folle, cangiala in libri, e ti daranno
Viver più lungo ed onorato e gaio.]