Questo testo è incompleto.
La passata ar momoriale Er fornaro fallito
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1847 e 1849

ER LADRO D'ONORE

     Sì, jj’ho ddato der ladro, e ttu ddirai
Che lladro è fforzi un termine un po’ brutto;
Ma jj’ho ddato der ladro assciutt’assciutto,
E ssu l’onore nu l’ho ttocco mai.

     L’onore che ttiè llui dunque è de strutto
Si ppe’ un gnente ce fa sto tatanai:
Bisoggna dì che cce n’ha ppoco assai
Si una parola je lo squajja tutto.

     Der ladro, e nnun ze sturbeno, lo do
Puro a ttant’antri; e ccome questo cqua
S’abbi da offenne tanto, io nu lo so.

     J’ho ddetto ladro: ebbè? cche mmai sarà!
Pe’ un êlle, un’a, un dê, un êrre e un ò,
C’entra tutta sta gran pubbriscità!

28 febbraio 1847

Note

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