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Perummélo, dímm'er vero Le perziane
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

ER LUTTO P'ER CAPO DE CASA

     Circa a la morte sua nun guardà, Llello,
Che la povera vedova e li fijji
Pàreno1 tutt’e ttre ggrassi e vvermijji,
Perchè una cosa è ccore, una è ccervello.

     Cocco mio, si2 li ggiudichi da quello
Tu ppijji un fischio per un fiasco, pijji.
Nun je li vedi a llei queli scompijji
Neri, e a llòro er coruccio sur cappello?

    Nun vanno mai... ciovè3 vvanno pe’ ttutto
Ma ssempre addolorati, poveracci!,
E stanno addietro sin che ddura er lutto.

     Anzi lei disse jjeri a ccert’amiche:
“Nun vedo l’ora de bbuttà sti stracci
Pe’ rrifà4 un po’ de le caggnare5 antiche.„

23 agosto 1835

  1. Paiono.
  2. Cuor mio, gioia mia, se ecc.
  3. Cioè.
  4. Per rifare.
  5. Baldorie, allegrie.

Note

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