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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833
ER MADRIMONIO DISGRAZZIATO
Sì, intavola! Tra Ggaspero e Pprezziosa
Er madrimonio è bbell’e intavolato.
Ma cche vvòi che tte dichi? Mo una cosa,
Mo un’antra, è stato sempre arispostato.1
Voleveno sposà ppe’ Ppascua-rosa,2
E cce fu cquella picca der Curato.
Doppo, venne la roggna de la sposa:
Doppo lo sposo aggnéde3 carcerato:
Mó ss’è incajjato er punto4 de la dote,
Ch’inzinenta5 ch’er Papa nun ritorna
Sta indemoniata,6 e nnun ze pò ariscote.7
Cuest’è la cuarta vorta che sse storna.
Già, madrimoni! Hai tempo uggne8 le rote,
Sempre er diavolo sc’entra co’ le corna.
Roma, 15 febbraio 1833
- ↑ Differito.
- ↑ Pentecoste.
- ↑ Andò.
- ↑ L’articolo, l’affare.
- ↑ Sino.
- ↑ Indemaniata. Allude al Demanio della dominazione napoleonica.
- ↑ Riscuotere.
- ↑ Ungere.
Note
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