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L'invetrïata de carta Er Tesoriere bbon'anima
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

ER NOME DE LI CARDINALI

     C’è cchi intiggna1 che cqua li Cardinali
Anticamente se chiamorno2 Cardi,
E cche ddoppo, li Papa un po’ ppiù ttardi
J’aggiontorno quer termine de Nali.

     Ar contrario se3 troveno antri4 tali
Che incòcceno che quelli sò bbusciardi;5
E sto nome nun vonno che sse guardi
Come scriveno mó li scritturali.

     Dicheno c’ar principio li Cristiani,
Nun ze sa ppe’ cche ssorte de raggione
Li chiamorno accusì: li Ladri-cani.6

     Ma ppoi co’ l’imbrojjàla riliggione,
Quelle lettre, un po’ oggi e un po’ ddomani,
S’impicciorno, e nne viè sta cunfusione.

24 marzo 1834

  1. I verbi romaneschi intignare e intignarsi, incocciare e incocciarsi corrispondono al toscano “incaponire„ e “incaparbire„, imperocchè oltre al medesimo significato di “ostinarsi„ ritengono un sé anche della parola materiale, la coccia equivalendo al capo, e la tigna essendo una pertinenza di questo, anch’essa molto bene ostinata nel suo domicilio.
  2. Si chiamarono.
  3. Si.
  4. Altri.
  5. Bugiardi.
  6. Anagramma purissimo di Cardinali.

Note

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