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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1845
ER PASSETTO1 DE CASTEL-SANT'ANGIOLO
Lo vòi sapé cch’edè cquer corritore
Che, ccuperto cqua e llà dda un tettarello,
Da San Pietro va ggiù ssin a Ccastello,
Dove tira a le vorte aria mijjore?2
Mò tte lo dico in du’ bbattute: quello
Lo tiè pper uso suo Nostro Siggnore,
Si mmai pe’ cquarche ppicca o bbell’umore
Je criccassi3 de fà a nnisconnarello.4
Drent’a Ccastello pò ggiucà a bbon gioco
Er Zanto-padre, si jje fanno spalla
Uno pe’ pparte er cantiggnere e er coco.5
E ssotto la bbanniera bianca e ggialla
Pò ddà commidamente da quer loco
Binedizzione6 e ccannonate a ppalla.
17 dicembre 1845
- ↑ [Il corridoio, fatto costruire da Alessandro VI, e che mette in comunicazione il Palazzo Vaticano con Castel t’Angelo.]
- ↑ [Cioè: "Dove, in certi casi, si può star più sicuri.„]
- ↑ [Gli venisse l'estro.]
- ↑ [Noto gioco fanciullesco, che anche a Firenze si chiama nasconderello o nasconderella, benchè manchi ai vocabolari, compreso il Rigutini-Fanfani, il quale dà invece per fiorentino il pistoiese rimpiattino, e così ha tratto in errore anche me nella nota 5 del sonetto: Er copre-e-scopre, 29 marzo 34.]
- ↑ [Scherza, al solito, sulla riputazione di gran bevitore e di gran mangiatore, che godeva Gregorio XVI.]
- ↑ Benedizioni.
Note
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