Questo testo è incompleto.
Er furto piccinino La bazzica (1847)
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1847 e 1849

ER PIGGIONANTE DER PRETE

     Tre ppavoli, lo so, ccaro don Diego:
Me l’aricordo, v’ho da dà un testone:
M’avanzate tre ggiulî de piggione:
Trenta bbaiocchi, sì, nnun ve lo nego.

     Perantro de sti conti io me ne frego,
Perchè ssò ar verde e sto ssenza padrone.
E come disce chi nun è ccojjone?
“Prima càrita sìncipi tabbego.„

     Dunque, sentite, sor don Diego mio:
Eccheve du’ lustrini, e ffamo patta;
E a messa poi v’ariccommanno a Ddio.

     Già, un giulio solo; e mmó dd’uno se tratta.
Tre ne volete? E cquesto è ttre, pperch’io
Lo bbattezzo pe’ un tre ccome la matta.

17 gennaio 1847

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.