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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
ER PILÀRO1
Sto correttor de stampe2 che ccorregge
Li latini ar zomàro in d’un porcile,
Disce che ll’arte der pilaro è vvile
Com’è vvile la greta che l’arregge.3
Eh, ssi4 ar Monno voléssino protegge
Li talenti e l’innustria, er fà le pile
Diventerebbe un’arte siggnorile
Quant’er mistiere de lo scrive e llegge.5
Va’ a ccérca allora er principio dell’arte!
Neppuro Napujjone era un Ziggnore
E ccór tempo se fesce6 Bbonaparte.
E Rroma? In vita mia l’ho ssempre intesa
Nata da quattro ladri senz’onore;
E mmó è ssanta e cc’è er capo de la cchiesa.
8 novembre 1835
- ↑ Il pignattaro.
- ↑ Questo censore.
- ↑ La creta che la regge.
- ↑ Se.
- ↑ Dello scrivere e leggere.
- ↑ Si fece.
Note
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