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Er giorno de Natale Er sede
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

ER PRIMO DESCEMMRE

     Chiuso appena l’apparto teatrale
Stanotte la Madonna entra in ner mese:
E ffra cquinisci ggiorni pe’ le cchiese
Principia la novena de Natale.

     E ddoppo, ammalappéna se sò intese
Le pifere a ffinì la pastorale,1
Riecco2 le commedie e ’r Carnovale:
E accusì sse va avanti a sto paese.

     Poi Quaresima: poi Pasqua dell’Ova:3
E, ccom’è tterminato l’ottavario,
Aricomincia la commedia nova.

     Pijja inzomma er libbretto der lunario,
E vvedi l’anno scompartito a pprova
Tra Ppurcinella e Iddio senza divario.


Roma, 1° dicembre 1832

  1. Si allude ai notissimi Piferari, che vengono dagli Abruzzi ogni anno a suonare le cennamelle e cantarvi sù parole inintelliggibili.
  2. Ecco di nuovo.
  3. Così chiama il popolo la Pasqua di Resurrezione, dall’uso antichissimo e simbolico di mangiare in detto giorno gli uovi lessati, e, di più, del salame, segni di rigenerazione.

Note

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