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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
ER PROGGNOSTICO DE LA SORA TECRA1
Lui ggiovene, e llei ggiovene: lui bbello,
E llei bella: lui scàpolo e llei puro:2
L’uno e ll’antra de casa mur’a mmuro:
Tutt’e ddua un po’ mmatti in ner cervello:
Lui cantava jjerzéra un ritornello,
E llei s’affacciò ssubbito a lo scuro...
Via, s’appiccicheranno3 de sicuro:
Io me sce ggiucherebbe4 er filarello.5
Ma co’ nnoi? Fijja, ne sapémo troppo.
L’omo accant’a la donna è una fornasce
In ner mezzo a la porvere da schioppo.
Ce vò antro a impidì cche mmadr’e ppadri!6
Femmine e mmaschi sgrinfieranno7 in pasce8
Sin c’a sto monno sce saranno ladri.
5 settembre 1835
- ↑ Il pronostico della signora Tecla.
- ↑ Pure, ancora.
- ↑ Si attaccheranno.
- ↑ Io mi ci giuocherei.
- ↑ Filarello: macchinetta a ruota per filare.
- ↑ Ci vuole altro che madri e padri per impedire.
- ↑ Amoreggeranno.
- ↑ In pace.
Note
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