Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.
Er comprimento a la siggnora La notizzia de bbona mano
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA PARTENZA PE’ LA VILLEGGIATURA.

[1.]

     Sor’Irene, e ccusì? ss’arivà ffòra?1
E ss’è llescito, indóve? Eh ggià, a Ffrascati,
A cqueli belli crimi imbarzimati.2
Ecco cqua che vvor dì dd’èsse siggnora.3

     Ma ssa cche cco ste sciarle è vventun’ora,
E li cavalli ggià stanno attaccati?
Anzi, in ner leggno sciò4 vvisto du’ frati,
Che la prèsscia d’annà5 sse li divora?

     J’hanno messa la robba,6 eh sor Irene?
Oh bbrava: ma jj’avverto che vvò ppiove:7
Veda che ttutto sii cuperto bbene.

     Ôh, ddunque, arivedèndola;8 e co’ cquesto
Facci bbon viàggio, sce dii le su’ nove,9
Se diverti,10 s’ingrassi, e ttorni presto.

24 settembre 1835


Note

  1. Si rivà, si va nuovamente fuori?
  2. Climi imbalsamati.
  3. Che vuol dire l’esser signora.
  4. Ci ho.
  5. La fretta di andare.
  6. [Nel legno, si sottintende.]
  7. L’avverto che vuol piovere.
  8. Al rivederla.
  9. Ci dia le sue nuove.
  10. Si diverta.


ER RITORNO DA LA VILLEGGIATURA

[2.]

     Ôoh, evviva, bben tornata, sor’Irene,
Bben tornata una vorta, bben tornata:
Che ffa? sta bbene? è stata sempre bbene?
L’aria de fòra come l’ha ttrattata?

     Màa, cce ne sémo prese veh de pene,
Pe' vvia1 de la su’ lettra aritardata!
La lontananza, ste stradacce piene
De ladri, la staggione un po’ inortrata...

     E cche nnove sce2 dà dde quele parte?
S’è ssaputo llaggiù de sto collèra?3
Uh! a pproposito: Mèo4 l’ho mmesso all’arte.

     Ih! le sciammelle!5 Oh gguardi si6 cche onore!
Ma llei mi vò cconfonne.7 E in che mmaggnera8
Poterò ccompenzalla der favore?

24 settembre 1835


Note

  1. Pel motivo.
  2. Ci.
  3. [Di questo colera, che dal 1823 in pi aveva flagellato ora l'una ora l'altra parte d'Europa, e che nel 37 invase anche Roma.]
  4. Bartolommeo.
  5. Le ciambelle. [Che allora, molto più che adesso, erano una famosa specialità di Frascati.]
  6. Se. Qui è un ripieno da non considerarsi.
  7. Mi vuol confondere. [E il mi, invece di me, è un piccolo e comicissimo sforzo di parlar bene. V. la nota 1 del sonetto: Er pranzo ecc., 6 nov. 35.]
  8. In qual maniera.
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