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Una bbella divozzione Er bracco rinciunciolito
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

ER ROSARIO IN FAMIJJA

     Avemmaria... lavora... grazia prena...
Nena, vòi lavorà?... ddominu steco...
Uf!... benedetta tu mujjeri... Nena!...
E bbenedetto er frù... vvà cche tte sceco?...1

     Fruttu sventr’e ttu Jeso. San... che ppena!...
Ta Maria madre Ddei... me sce fai l’eco?...
Ora pre nobbi... ma tt’aspetto a ccena...
Peccatori... Oh Ssignore! e sto sciufeco2

     De sciappotto3 laggiù ccome sce venne?
Andiamo: indove stavo?... Ah, ll’ho ttrovato:
Nunche tinora morti nostri ammenne.

     Grolia padre... E mmó? ddiavola! bbraghiera!
Ho ccapito: er rosario è tterminato:
Finiremo de dillo un’antra sera.


d Roma,7 dicembre 1832


  1. Formola di sfida, cioè: Quanto va che io ecc.
  2. Checchessia di sgarbato e di goffo. Dicesi però più delle persone che delle cose.
  3. Lavoro imbrogliato.

Note

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