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La madre der cacciatore L'esame der Zignore
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

ER VITTURINO SAPUTO

     Hai torto marcio, e tte darìa, per Cristo,
La forcina de stalla in de la testa.
Dio sagrataccio! e cquanno mai s’è vvisto
Che ssenza argianfettù sse soni a ffesta?

     Te sei vorzuto mette cuella vesta
De chiricaccio? impara a ffà dda tristo:
Sinnò ttu pporterai sempre la scesta1
Pell’antri,2 e ssempre te daranno er pisto.

     Senza strozzo3 e cche vvôi sce s’ariscota
Da sti pretacci fijji de carogna,
Che nnun vonno avé mmai la panza vôta?

     Cquà bbisogna sapé vvive, bbisogna.
Vôi trottà ssenza frusta? ogne la rota:4
La rota strilla? e ttu ddajje l’assogna.4


Roma, 22 novembre 1832

  1. Cesta (c strisciata)
  2. Altri.
  3. Regali che otturano la gola alle parole della verità.
  4. 4,0 4,1 Modi proverbiali che importano “donare e piaggiare„.

Note

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