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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
ER ZAMPIETRINO NÏOBBE1
Era un pezzo, ma un pezzo assai lontano
Ch’io fascevo la caccia a una regazza
Giù ppe’ li colonnati, pe’ la piazza,
Pe’ le logge, pe’ ttutto er Vatigano.
E ddiscevo tra mmé: “Sò un gran gabbiano!
Sta strega me cojjona, me strapazza...„
Quanto jjeri ecco un panno che svolazza,
E mme vedo fà un zegno da una mano.
È Llei! Appizzo2 allora sott’ar portico,
Da la parte che gguarda Bborgo Novo,
Pe’ ccombinà l’affare de lo scòrtico.
Ma cquanno sò a la porta de San Pietro...
C....! è un Domenicano! e mm’aritrovo
Cor una man’avanti e un’antra dietro.
29 gennaio 1847
- ↑ [Il sampietrino miope. I sampietrini sono come una corporazione d’operai d’ogni specie, addetti alla custodia e alla conservzione della Basilica Vaticana, da cui ricevono uno stipendio e un’uniforme. Venti di essi son fissi, gli altri soprannumerari.]
- ↑ [Imbocco, entro.]
Note
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