< Eutifrone
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Platone - Eutifrone (IV secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Francesco Acri (XIX secolo)
Capitolo IV
Capitolo III Capitolo V

SOCRATE Oh, ve’, hai lite anche tu? ti difendi o accusi? fuggi o insegui?

EUTIFRONE Inseguo.

SOCRATE Chi?

EUTIFRONE Uno che a inseguirlo io ci fo figura di matto.

SOCRATE O che tu insegui un che vola?

EUTIFRONE Ce ne vuole a volare! è tanto vecchio!

SOCRATE Chi è?

EUTIFRONE Mio padre.

SOCRATE Tuo padre! o uomo dabbene!

EUTIFRONE Per l’appunto.

SOCRATE Qual è il delitto, quale l’accusa?

EUTIFRONE Omicidio.

SOCRATE Per Ercole, gli è un affar grave: i più sarebbero impiccati a condurlo a bene, ché l’è cosa, non del primo che ti s’abbatta, ma di chi è molto addentro in sapienza.

EUTIFRONE Sì, di chi ci è molto addentro, per Giove.

SOCRATE Il morto era un di casa? certo, per un estranio tu non t’avventeresti contro a tuo padre.

EUTIFRONE Mi fai ridere tu se credi ci corra nulla da un morto estranio a un morto di casa. Non s’ha ad abbadar solo chi uccise, uccise a ragione, o no? Se sì, lascialo; se no, dàgli, sia pur che l’uccisore segga allo stesso focolare e alla stessa tavola con te: perché si riman macchiati lo stesso, se a tua saputa te ne stai con lui e non mondi te e lui accusandolo. Del resto, lo vuoi sapere? il morto era un che ci veniva per casa. Dacché si faceva de’ lavori nei nostri poderi a Nasso, ivi si fu allogato ad opra con noi. Un bel giorno s’ubbriaca, s’abbuffa con de’ nostri servi, e lo ammazza. Mio padre che fa? gli lega mani e piedi, lo butta giù in una fossa, e manda qua per saper dell’Esegeta che aveva a fare. E il bello è che frattanto a quel povero omo, perché micidiale, non ci pensa più, come nulla fosse caso avesse a morire. E così fu. Morì dalla fame, dal freddo, dalle catene; e non era ancor tornato il messo. Or mio padre e gli altri di casa sono in su le furie con me, perch’io per vendicare un micidiale accuso lui, ch’è mio padre, di omicidio. - E poi non l’uccise, - soggiungono: -l’avesse fatto, non era un micidiale quell’altro? che c’è dunque da pigliarsene? non è empietà un figliuolo perseguitare il padre? - non conoscendo li sciocchi che cosa è secondo religione il santo, che cosa è l’empio.

SOCRATE Per Giove, credi tu, Eutifrone, saperne tanto di religione e di ciò ch’è santo ed empio, che, se la è come tu di’, non ti batte il core al dubbio aver a fare un’empietà accusando tuo padre?

EUTIFRONE Ma no! altrimenti in che m’avvantaggerei io? in che Eutifrone si segnalerebbe fra gli altri, se non le avessi io così in su le punte delle dita codeste bagattelluzze?

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