< Eutifrone
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Platone - Eutifrone (IV secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Francesco Acri (XIX secolo)
Capitolo XIX
Capitolo XVIII Capitolo XX

SOCRATE E ti maravigli, dicendo cosí, che i ragionamenti non ti stian fermi, ma si muovano; e n’accagioni me e chiami me Dedalo? ma sei tu, che, piú ingegnoso di Dedalo, gli fai fare le giravolte. Oh! non ti se tu accorto che il nostro discorso a furia di girare là è tornato di dove si fu mosso? Ti ricordi che a principio il santo e ciò ch’è caro agl’Iddii non ci parvero medesimi, ma diversi? O non te ne ricordi?

EUTIFRONE Sí!

SOCRATE E or vedi; non ti contraddici a dir: santo è ciò ch’è caro agl’Iddii ossia ciò che amato è dagl’Iddii, ch’è il medesimo: o no?

EUTIFRONE Vero.

SOCRATE Dunque delle due cose è l’una, non se n’esce: o si sbagliava allora, o si sbaglia ora.

EUTIFRONE Pare cosí.

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