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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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CXLII
Di un Fiorentino che si accomodò
con la moglie di suo padre.
A firenze, una volta, mentre un giovane stava sulla noverca, sopravvenne il padre e lo sorprese nel fatto con la moglie; la cosa nuova ed indegna colpì costui, che prese con gran rumore a rimproverarne acerbamente il figliuolo, e questi balbettando cercava di scusarsi. Era molto tempo ch’essi disputavano, quando, mosso dalle grida, venne un vicino, ignaro della cosa, per comporre la contesa. E quando e’ chiese la ragion del litigio, essi per pudor della cosa tacevano; finalmente, poichè il vicino più fortemente insisteva, e il padre dava la colpa al figlio, questi per primo prese a dire: “Costui, che è mio padre, oltre misura indiscreto, ebbe mille volte mia madre ed io nulla dissi; ora, perchè io ho avuto per una volta sola sua moglie, per la mia sconsideratezza riempie la casa di grida come un matto.” Rise colui della faceta risposta del figlio e condusse seco il padre, cui cercò, come gli fu possibile, di consolare.