Questo testo è stato riletto e controllato. |
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
◄ | 240 | 242 | ► |
CCXLI
Gesto di un Fiorentino, giusto ma brutale.
Uno de’ miei amici raccontò una volta che egli aveva conosciuto un Fiorentino il quale aveva la moglie bella che era perseguitata da molti amatori. E alcuni di quelli, alla notte, sulla via vicino alla casa venivano con le fiaccole a fare la serenata, come si dice. Il marito, che era uomo molto arguto, spesse volte destato dal suono delle trombe e dai canti, s’alzò una notte dal letto e venne alla finestra con la moglie, e vista la turba degli amanti che facean baccano, con gran voce li pregò di stare un poco a vedere. Tutti a quell’invito alzarono gli occhi, ed egli espose fuori della finestra un arnese molto abbondante, in funzione, dicendo loro, che per quanto essi ne avessero egli ne aveva anche di più per contentare la donna, che era quindi vano ed inutile che si dessero tanto attorno; sperava adunque che non gli avrebbero più dato noia. E questo grazioso discorso li distolse dall’inutile cura.