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Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Salomoni
II
I MORSI E I BACI
Famelica d’amor, l’amato volto
al suo caro Filen Lidia mordea,
e sovra il volto stesso indi piovea
di baci un nembo affettuoso e folto.
Ed ei, ch’a lei sedendo in braccio accolto,
or baci or morsi ai labbri suoi rendea,
cosí con voce languida dicea
ver’ la bocca bellissima rivolto:
— O di doppio tesor scrigno natio,
bocca de la mia serpe amata e vaga,
stampa pur de’ tuoi morsi il volto mio;
poiché de le tue perle egli s’appaga
d’esser ferito e n’arde di desio,
pur che i rubini tuoi sanin la piaga! —
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