< Fatalità (1895)
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A Marie Bashkirtseff Sola

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Sogno. — Dinanzi al mio vagante sguardo
Una turba fantastica traluce
Tutta ravvolta ne la rossa luce
4Del tramonto di giugno austero e tardo.

Son macri volti e petti strazïati,
Teste coperte di polve e di spine,
Sfolgoranti d’amor luci divine,
8Corpi da interne piaghe divorati.

Ed io domando: Ma chi siete voi,
Che accennando sfilate a me davanti,
E m’arridete, taciti e raggianti,
12Nella gloria del sol?... — “Noi siam gli eroi.

Siam l’inspirata e tragica coorte
Che sui campi di guerra e sugli spaldi
Fra cozzo d’armi e risuonar di caldi
16Inni, i petti robusti offerse a morte.

Gli sventurati eroi siam del pensiero,
Siam la falange macera e sfinita
Che invanamente consumò la vita
20Ne la ricerca del fuggente vero.

Soldati fummo, martiri e giganti:
Nostre le pugne, i sacrifici e l’onte:
Nemico ferro ci squarciò la fronte,
24E pur cadendo singhiozzammo: Avanti!

E plebi insane inferocir su noi,
E vilipesi fummo e lapidati,
Crocifissi, derisi, torturati,
28Senza tregua o quartier!... Noi siam gli eroi.„

.... Ed io sorgo ed esclamo: Oh, perchè mai
Tanti sospiri e tante vite infrante,
E tante ambasce e tanto lutto, e tante
32Serie infinite d’infiniti guai?...

Perchè s’insegue con rovente ardore
Un ideal che balenando sfugge,
Perchè piangendo l’anima si strugge
36Nel desio, ne l’inganno e nell’amore?..

Perchè?... — Dinanzi al mio sognante sguardo
La fantastica turba ancor traluce,
Tutta ravvolta ne la rossa luce
40Del tramonto di giugno austero e tardo;

Dai volti radïosi e senza velo
Spira una calma che non è terrena;
Schiudendo la pupilla ampia e serena
44Segnan col dito, sorridendo, il Cielo.

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